Il nome della rosa
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Dettagli: f.to 17 x 24 cm
Pagine: 3
Pubblicato: GIUGNO 1990
Il nome della rosa
GIUGNO 1990

Ventaglio n.1

Copyright: © 1990 Editrice: Coop. Turismo & Cultura
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Come farsi ambasciatori di Rovigo all’estero. Il valore dei gemellaggi. Nostra intervista al sindaco Carlo Piombo: una capitale per il Veneto meridionale
Dobbiamo all’Ariosto l’idea, certamente bene accetta ai polesani, che il toponimo di Rovigo derivi da rosa, il profumatissimo e regale fiore della primavera. Un accostamento gradito, che però da solo non è certo sufficiente a suscitare interessi esterni verso la nostra terra. È inutile nasconderlo: la promozione turistica di Rovigo e della sua provincia non è facile. A suo sfavore giocano pregiudizi atavici che la penalizzano, tanto che a livello verbale è fin troppo nota la battuta “Co’ Rovigo no me intrigo”; e l’immagine dell’alluvione in qualche caso è difficile da cancellare. Ma a fronte di osservazioni superficiali. o stroncature gratuite che ciclicamente appaiono anche su mezzi di comunicazione magari avallare da personaggi dalla cui firma si pretenderebbe una maggior onestà di giudizio, sta la voce di cantori innamorati come Livio Rizzi o Angelo Rasi, l’impegno di imprenditori che non demordono, la volontà diffusa di riqualificare una terra che indubbiamente ha dalla sua parte importanti carte da giocare per un futuro migliore. E l’immagine? Ben sappiamo che anche questa è una componente importante del nostro vivere, come siamo consapevoli che le giuste relazioni extraprovinciali o meglio ancora internazionali possono contribuire non poco a destare interessi verso questo lembo di terra scelto dai due principali fiumi italiani per delineare la parte conclusiva del loro corso, e disegnare la scenografia della propria foce. L’immagine dicevamo. Tra le iniziative volte a far conoscere all’estero il capoluogo e la sua provincia, un mezzo di certo interesse è quello dei gemellaggi la cui positività non manca di essere sottolineata (e quindi amplificata) dai mezzi di informazione. È cosi che di Rovigo si è parlato abbondantemente in Germania a Viernheim, città del!’ Assia che conta 35.000 abitanti, lo scorso novembre in occasione della restituzione della visita di gemellaggio compiuta da una delegazione rodigina guidata dal sindaco Carlo Piombo, col quale ci incontriamo per un bilancio retrospettivo dell’iniziativa. – Con quale spirito vi siete recati nella città tedesca? “Siamo stati ospiti degli amici tedeschi tra il 7 e 1’11 novembre ’89 – ci dice il sindaco di Rovigo – proprio nei giorni della caduta del muro di Berlino, che abbiamo vissuto ‘in diretta· nella gioiosa ed emozionante partecipazione del popolo tedesco. Abbiamo ricambiato la visita fattaci dalla delegazione di Viernheim nel Maggio dell’89, soggiornando cinque giorni presso le abitazioni dei nostri nuovi amici, in un clima di schietta cordialità. La nostra delegazione. oltre agli amministratori, comprendeva rappresentanti delle associazioni culturali ed europeistiche rodigine, nonché il Coro polifonico Città di Rovigo e l’Orchestra da Camera rodigina, che si sono esibiti in tre seguitissimi concerti”. – Quale ritorno per il Polesine dall’operazione gemellaggio? “I rapporti con la Germania sono continuati. E si intensificheranno non solo con Viernheim ma anche con altre due città, e precisamente Francoville in Francia e Potters Bar in Gran Bretagna. Queste ultime, essendo già gemellate con Viernheim, diventano – per un simbolico trasferimento della legge della consanguineità – nostre stesse corrispondenti affettive. Il tutto nell’ottica di un’apertura verso l’Europa, in un clima di fiducia e speranza verso l’appuntamento storico del 1 Gennaio 1993; una concreta attesa del moltiplicarsi non solo delle occasioni culturali, artistiche e musicali, ma anche di quelle economiche”. – A proposito di occasioni artistiche ipotizzate a favore del capoluogo, vorremmo rilanciare dalle pagine di questa nuova rivista una proposta fatta lo scorso anno dal presidente dell’Associazione Stampa Polesana G.A. Cibotto, ovvero quella di avviare una grande manifestazione pittorica a livello internazionale sul tema “Rovigo e la rosa”. “L’idea è da tenere in considerazione, come tutto quanto può favorire iniziative di rilievo. La realizzazione del Palio, ad esempio, va in questo senso. Si tratta di una manifestazione vista in un ‘ottica di riqualificazione dell’immagine della città che deve riprendere una funzione rilevante. come “capitale” del Veneto meridionale e porta di accesso alla Padania. Ruolo questo che il Polesine non mancò di esercitare nel passato. Basti pensare alla via dell’ambra che – è stato dimostrato – dal nord, proprio attraverso la nostra terra, seguiva poi le rotte della Grecia. Ma anche in tempi più recenti, all’epoca della Repubblica Veneta, quando numerose imbarcazioni, tramite i nostri fiumi mettevano in comunicazione l’entroterra lombardo con l’Adriatico. L’attivazione di agevoli e vie di comunicazione fluviali e terrestri con Mantova e Cremona da un lato, e Verona ed il Quadrante Europa dall’altro, è un’esigenza sempre più improcrastinabile per ridare alla nostra terra quel ruolo che storicamente le compete”.
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